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L'educazione sessuale concerne tutti

18 ottobre 2009

Berna, 16.10.2009 - «Ci vuole un intero villaggio per educare un bambino», recita un detto africano. Questo vale anche per l'educazione sessuale: i giovani devono essere accompagnati verso una sessualità rispettosa, piacevole e frutto di amore. Con il suo rapporto «La sessualità dei giovani nel corso del tempo - Evoluzione, influenze, prospettive» e le richieste ivi contenute, la Commissione federale per l'infanzia e la gioventù (CFIG) vuole evidenziare che è compito della società, dei genitori e della scuola provvedere a un'educazione sessuale completa degli adolescenti.

L'onnipresenza di prodotti mediatici a contenuto sessuale può facilmente indurre a pensare che la gioventù di oggi non abbia più niente da imparare in tema di sessualità. Diversi studi degli ultimi anni mostrano invece che ancora oggi molti adolescenti sono informati in modo insufficiente o addirittura errato su questo argomento. Falsi miti e pseudo-conoscenze persistono tenacemente. Lo confermano i risultati di un'inchiesta online condotta nel 2008 dall'università di Basilea per conto della CFIG presso un campione di giovani.

Necessità di un insegnamento precoce fin dalla più tenera età

I genitori, la scuola e le altre persone di riferimento dovrebbero assumersi le proprie responsabilità e fornire un maggiore contributo all'educazione sessuale dei bambini. Questi cominciano a interessarsi molto presto al proprio corpo e a quello, misterioso, dell'altro sesso. Spesso gli argomenti inerenti al corpo e al sesso sono più facili da affrontare con i bambini piccoli che con gli adolescenti. Attraverso i mass media, i bambini e gli adolescenti possono trovarsi confrontati in qualsiasi momento, senza alcun filtro, a prodotti a contenuto sessuale. Se sono del tutto impreparati, avranno difficoltà a inquadrare questo genere di informazioni. Secondo gli psicologi dei media, al Web 2.0 dovrebbe pertanto seguire un'«educazione 2.0», che prepari i bambini e gli adolescenti a un uso critico dei mass media. Occorre inoltre migliorare le competenze mediali di molti adulti.

L'educazione sessuale è un processo che deve iniziare molto presto ed essere parte integrante dell'insegnamento, dall'asilo fino alla fine della scuola dell'obbligo (e anche oltre). Finora, tuttavia, non esistono direttive uniformi e vincolanti a livello svizzero. Le differenze esistenti tra una regione linguistica e l'altra e tra un istituto e l'altro della medesima regione (o addirittura tra i singoli docenti) riflettono la scarsa importanza attribuita all'educazione sessuale e la persistenza di un certo imbarazzo. Inoltre, la frequenza dei corsi proposti non è obbligatoria. La CFIG chiede pertanto che nessun allievo possa essere dispensato dall'educazione sessuale a scuola.

Consulenza agli adolescenti

Grazie alla crescente offerta di siti di consulenza online per adolescenti, questi hanno la possibilità di accedere a informazioni rilevanti sulla sessualità anche al di fuori della famiglia e della scuola. La qualità di questi portali deve essere garantita.

I siti di consulenza in rete e varie organizzazioni e istituzioni stanno sviluppando un'offerta di materiali informativi molto promettente destinata agli adolescenti, ai loro genitori e alle altre persone di riferimento. La CFIG sostiene queste iniziative e incoraggia i loro promotori a coordinare meglio le offerte e a farle conoscere a un pubblico più ampio.

Al contempo, l'educazione sessuale è un ambito che non permette di dormire sugli allori: ogni nuova generazione di adolescenti deve infatti imparare a conoscere e gestire la propria sessualità.

Commissione federale per l'infanzia e la gioventù - www.ekkj.ch

Indirizzo per domande:

022 418 24 60 Pierre Maudet, presidente CFIG
031 322 79 80 Rahel Zurfluh, segreteria CFIG, ekkj-cfej(at)bsv.admin.ch

Il rapporto può essere scaricato dal sito www.cfig.ch. Può inoltre essere ordinato allo 031 322 79 80 o all'indirizzo ekkj-cfej(at)bsv.admin.ch.

Editore:

<dl id="originator"><dt>Commissioni del DFI</dt></dl>



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